Poesia

Giorgio Caproni, Per lei,  da Il seme del piangere, 1959

Per lei voglio rime chiare,
usuali: in a-re.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
Conservino l’eleganza
Povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.