Lo spazio bianco

TRAMA:

Maria ha superato da poco i quarant’anni, vive da sola a Napoli, lavora come insegnante in una scuola serale.
Tra una confidenza all’amico Fabrizio e un ballo in discoteca, trascorre i pomeriggi al cinema, dove incontra Pietro, ragazzo padre in preda a una crisi isterica del figlioletto. I due si frequentano, hanno una relazione e Maria rimane incinta. Alla notizia, il compagno non ne vuole sapere, rifiuta di partecipare alla gravidanza, non vuole prendersi responsabilità. Quando la bambina nasce prematura, Maria deve affrontare il calvario dell’attesa completamente da sola, aspettare che Irene esca dall’incubatrice, che decida se vivere o morire. Abituata a fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze e a decidere con piena autonomia della propria vita, Maria si costringe a un’apnea passiva che esclude il mondo intero, si imprigiona nello spazio bianco dell’attesa. Ma questo sforzo di isolamento doloroso consuma ogni sua energia: la bolla di solitudine in cui Maria si è rinchiusa è messa a dura prova e alla fine esplode. Per salvare sé e sua figlia deve consentire al mondo di irrompere nella sua esistenza e concedersi il privilegio di ritornare a vivere, ritrovando la forza per accompagnare Irene alla nascita.
Alle prese con una gravidanza inaspettata e tardiva, inizialmente infastidita da tutte le preoccupazioni tipiche da mamma, la donna impara insieme alla figlia ad avvicinarsi al compito della maternità, anche se non è sicura di voler accettare la responsabilità di una bimba da crescere.