Poesia

Gibran Kahlil Gibran, L’amicizia, da Il profeta, 1923

E un giovanetto domandò: Parlaci dell’Amicizia
Ed egli rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il vostro campo che seminate con amore e mietete con più riconoscenza.
È la vostra mensa e la vostra dimora.
Poi che, affamati, vi rifugiate in lui e lo cercate per la vostra pace.
Se l’amico vi confida il suo pensiero, non nascondetegli il vostro, sia rifiuto o consenso.
Quando lui tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore.
Poi che nell’amicizia ogni pensiero, desiderio, speranza nasce in silenzio e si divide con inesprimibile gioia.
Se vi separate dall’amico, non provate dolore.
Poi che la sua assenza può schiarirvi ciò che più in lui amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara dal piano.
E non vi sia nell’amicizia altro intento che scavarsi nello spirito, a vicenda.
Poi che l’amore che non cerca soltanto lo schiudersi del proprio mistero non è amore,
ma il breve lancio di una rete in cui si afferra solo ciò che è vano.
La parte migliore sia per il vostro amico.
Se egli dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche il flusso.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché egli può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro nulla.
E dividetevi i piaceri, sorridendo nella dolcezza amica.
Poi che nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si conforta.