Antico Testamento

Davide e Gionata (1Sam 18, 1-5; 19, 1-24)

Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, la vita di Gionata s’era legata alla vita di Davide, e Gionata lo amò come se stesso. Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre. Gionata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso. Gionata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura. Davide riusciva in tutti gli incarichi che Saul gli affidava, così che Saul lo pose al comando dei guerrieri ed era gradito a tutto il popolo e anche ai ministri di Saul.
Al loro rientrare, mentre Davide tornava dall’uccisione del Filisteo, uscirono le donne da tutte le città d’Israele a cantare e a danzare incontro al re Saul, accompagnandosi con i tamburelli, con grida di gioia e con sistri. Le donne cantavano danzando e dicevano: "Ha ucciso Saul i suoi mille e Davide i suoi diecimila".
Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: "Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dati mille. Non gli manca altro che il regno". Così da quel giorno in poi Saul guardava sospettoso Davide. Il giorno dopo, un cattivo spirito di Dio irruppe su Saul, il quale si mise a fare il profeta in casa. Davide suonava la cetra come ogni giorno e Saul teneva in mano la lancia. Saul impugnò la lancia, pensando: "Inchioderò Davide al muro!". Ma Davide gli sfuggì per due volte. Saul cominciò a sentire timore di fronte a Davide, perché il Signore era con lui, mentre si era ritirato da Saul. Saul lo allontanò da sé e lo fece comandante di migliaia e Davide andava e veniva al cospetto del popolo. Davide riusciva in tutte le sue imprese, poiché il Signore era con lui. Saul, vedendo che riusciva proprio sempre, aveva timore di lui. Ma tutto Israele e Giuda amavano Davide, perché egli andava e veniva alla loro testa.
Ora Saul disse a Davide: "Ecco Merab, mia figlia maggiore. La do in moglie a te. Tu dovrai essere il mio guerriero e combatterai le battaglie del Signore". Saul pensava: "Non sia contro di lui la mia mano, ma contro di lui sia la mano dei Filistei". Davide rispose a Saul: "Chi sono io, che cos’è la mia vita, e che cos’è la famiglia di mio padre in Israele, perché io possa diventare genero del re?". E così, quando venne il tempo di dare Merab, figlia di Saul, a Davide, fu data invece in moglie ad Adrièl di Mecolà.
Intanto Mical, l’altra figlia di Saul, s’invaghì di Davide; ne riferirono a Saul e la cosa gli sembrò giusta. Saul diceva: "Gliela darò, ma sarà per lui una trappola e la mano dei Filistei cadrà su di lui". E Saul disse a Davide: "Oggi hai una seconda occasione per diventare mio genero". Quindi Saul ordinò ai suoi ministri: "Dite in segreto a Davide: - Ecco, tu piaci al re e i suoi ministri ti amano. Su, dunque, diventa genero del re -". I ministri di Saul sussurrarono all’orecchio di Davide queste parole e Davide rispose: "Vi pare piccola cosa diventare genero del re? Io sono povero e di umile condizione". I ministri di Saul gli riferirono: "Davide ha risposto in questo modo". Allora Saul disse: "Riferite a Davide: Il re non vuole il prezzo nuziale, ma solo cento prepuzi di Filistei, perché sia fatta vendetta dei nemici del re". Saul tramava di far cadere Davide in mano ai Filistei. I ministri di lui riferirono a Davide queste parole e a Davide sembrò giusta tale condizione per diventare genero del re. Non erano ancora compiuti i giorni fissati, quando Davide si alzò, partì con i suoi uomini e abbatté tra i Filistei duecento uomini. Davide riportò tutti quanti i loro prepuzi al re per diventare genero del re. Saul gli diede in moglie la figlia Mical. Saul si accorse che il Signore era con Davide e che Mical, sua figlia, lo amava. Saul ebbe ancora più paura nei riguardi di Davide e fu nemico di Davide per tutti i suoi giorni. I capi dei Filistei facevano sortite, ma Davide, ogni volta che uscivano, riportava successi maggiori di tutti i ministri di Saul, e divenne molto famoso.
Saul comunicò a Gionata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide. Ma Gionata, figlio di Saul, nutriva grande affetto per Davide. Gionata informò Davide dicendo: "Saul, mio padre, cerca di ucciderti. Sta’ in guardia domani, sta’ al riparo e nasconditi. Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Ciò che vedrò te lo farò sapere". Gionata parlò dunque a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: "Non pecchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non ha peccato contro di te, che anzi ha fatto cose belle per te. Egli ha esposto la vita, quando abbatté il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande salvezza a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?". Saul ascoltò la voce di Gionata e giurò: "Per la vita del Signore, non morirà!". Gionata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Gionata introdusse presso Saul Davide, che rimase alla sua presenza come prima.
Ci fu di nuovo la guerra e Davide uscì a combattere i Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, così che si dettero alla fuga davanti a lui. Ma un cattivo spirito del Signore fu su Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. Saul tentò di inchiodare Davide con la lancia nel muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte si salvò.
Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mical, sua moglie, avvertì Davide dicendo: "Se non metti in salvo la tua vita questa notte, domani sarai ucciso". Mical calò Davide dalla finestra e quegli partì di corsa e si salvò. Mical prese allora i terafìm e li pose sul letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo di capra e li coprì con una coltre. Saul mandò dunque messaggeri a prendere Davide, ma ella disse: "È malato". Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide dicendo: "Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo faccia morire". Tornarono i messaggeri, ed ecco che sul letto c’erano i terafìm e il tessuto di pelo di capra dalla parte del capo. Saul disse a Mical: "Perché mi hai ingannato a questo modo e hai permesso al mio nemico di salvarsi?". Rispose Mical a Saul: "Egli mi ha detto: - Lasciami andare, altrimenti ti uccido -".
Davide dunque fuggì e si salvò. Andò da Samuele a Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele andarono ad abitare a Naiot. La cosa fu riferita a Saul: "Ecco, Davide sta a Naiot di Rama". Allora Saul spedì messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo spirito di Dio fu sui messaggeri di Saul e anch’essi fecero i profeti. Annunciarono a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch’essi fecero i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma anch’essi fecero i profeti. Allora venne egli stesso a Rama e si portò alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò: "Dove sono Samuele e Davide?". Gli risposero: "Eccoli: sono a Naiot di Rama". Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma fu anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama.
Anch’egli si tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: "Anche Saul è tra i profeti?".