Veneto, Padova

Cappella degli Scrovegni

La Cappella degli Scrovegni, dedicata a Santa Maria della Carità e che prende il nome da Arrigo degli Scrovegni che ne volle la costruzione, ha linee architettoniche di estrema semplicità: un’aula con volta a botte e una piccola abside poligonale. Venne consacrata nel 1303 e durante i due anni successivi fu affrescata da Giotto, che vi dipinse un importante ciclo di affreschi sacri. 

Le meravigliose decorazioni sono state recentemente sottoposte a un lungo restauro: venti anni di ricerche e otto mesi di restauri effettivi hanno riportato alla luce un Giotto sconosciuto. La prima sorpresa è il colore, che cattura subito l’attenzione, vivissimo, pieno di sfumature e contrasti. La lettura dell’opera ne risulta sconvolta, perché prima l’occhio del visitatore non era attratto dall’insieme, ma solo dalle figure all’interno delle ”finestre“ dove si svolgevano le scene rappresentate. Il ciclo di affreschi rivela oggi un grande impatto teatrale, come mostrano anche i due angeli che nel Giudizio Universale ”arrotolano“ il cielo al lato della trifora, come se volessero chiudere le quinte della sacra rappresentazione. Giotto ha un uso del colore assolutamente moderno, che anticipa di almeno due secoli le correnti pittoriche occidentali, costituendo un vero e proprio ponte tra l’antichità classica e l’arte che seguirà. Il tutto al fine di perseguire una rappresentazione della realtà che risultasse più vera del vero, con un’attenzione ai particolari senza precedenti: i peli del petto del Cristo nella Crocifissione, le lunghe ciglia di san Giovanni nel Compianto. Ma soprattutto un’altra intuizione: la pittura delle ombre gettate dalle figure che anticipa di almeno un secolo la prospettiva rinascimentale.

Curiosità

www.giottoagliscrovegni.it