Toscana, Montalcino, Siena

Abbazia di Sant’Antimo

La chiesa abbaziale è uno dei monumenti in stile romanico più importanti della Toscana; l’antica abbazia benedettina, che si fa risalire a Carlo Magno, fu una delle più ricche e influenti fondazioni monastiche toscane.

Già citata in documenti del IX secolo, nel XII l’antica chiesa del complesso venne ricostruita secondo i canoni cluniacensi. L’ispirazione francese è evidente nell’impostazione dell’edificio, con pianta senza transetto, ma con un deambulatorio e a cappelle radiali, nel doppio portale di ingresso con pilastro centrale, nell’altezza inconsueta della navata, nella copertura a crociera delle navate laterali. La chiesa è simile alle chiese di pellegrinaggio francesi e spagnole, tanto da far pensare che anche Sant’Antimo fosse una tappa per i pellegrini.
La realizzazione dell’Abbazia costò moltissimo, tanto da far decadere la comunità e costringere papa Nicolò IV ad affidarla nel 1291 ai Guglielmiti, un Ordine benedettino riformato. Nel 1462 papa Pio II decretò la soppressione della comunità e l'Abbazia venne abbandonata fino al 1992, quando un restauro statale la salvò. Oggi è affidata ai Canonici Regolari Premonstratensi, monaci di origine francese.
Caratteristico di Sant’Antimo è il tipo di pietra impiegato nella costruzione, una particolare qualità di travertino venato che conferisce al complesso luminosità e trasparenza. L’interno della chiesa è a tre navate divise da colonne che, a ogni gruppo di tre, si alternano con un pilastro cruciforme. Pregevoli sono i capitelli tra cui quello che raffigura Daniele tra i leoni.

Curiosità