Puglia, Monte Sant'Angelo, Foggia

Santuario di San Michele Arcangelo

Il Santuario fa parte del sito Italia Longobardorum, inserito dal 2008 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, luogo denso di testimonianze artistiche dell’arte longobarda.

Fu fondato tra il V e il VI secolo nel luogo in cui si dice che l’arcangelo Michele apparì alla fine del V secolo. La sua costruzione si deve al vescovo di Siponto, che fece consacrare la grotta dove san Michele si era mostrato ai fedeli per la prima volta nel 490. Nei pressi di questo luogo furono erette alcune abitazioni, dalle quali ebbe origine la città di Monte Sant’Angelo. Ancora oggi il complesso è meta di pellegrinaggi ed è il più importante luogo di culto del Gargano.
Al Santuario si accede attraverso due splendidi portali trecenteschi, realizzati da Simeone di Monte Giordani: la Porta del Toro, a cui si giunge salendo 89 gradini, e il portale in bronzo fatto arrivare da Costantinopoli nel 1076. La basilica è a navata unica con pianta rettangolare abbellita da due cappelle sulla sinistra e dalla grotta dell’Arcangelo sul lato destro, dove si trova una sedia vescovile dell’XI secolo. Nella grotta si trova la statua del santo, opera del Sansovino del 1507, e le inscrizioni sulle pareti delle cripte testimoniano il grande afflusso di pellegrini da tutta Europa fin dall’epoca dei longobardi. Il campanile presenta una pianta ottagonale.
Il Santuario si trova sulla “Via Francigena”, la strada che i pellegrini percorrevano per raggiungere la Terra Santa: da Canterbury, passando per la Francia, la Sacra di San Michele, Roma, Monte Sant’Angelo e altre mete di culto.

Curiosità

Secondo la tradizione, l'edificio fu eretto nel luogo delle quattro apparizioni dell’arcangelo Michele. Racconta la leggenda che, nel 490, un giorno scomparve un toro di proprietà del signore del Monte Gargano; l’animale venne ritrovato inginocchiato dinanzi a una grotta inaccessibile; il proprietario tentò di colpirlo con una freccia che però tornò indietro e colpì il tiratore. Dopo tre giorni di preghiere e digiuno comparve l’arcangelo Michele e la grotta fu dedicata al culto cristiano. La seconda apparizione avvenne due anni dopo e l’arcangelo aiutò la popolazione a vincere una battaglia contro i barbari, scatenando una tempesta di sabbia e grandine. Nel 493, seguendo l’ordine del pontefice Gelasio I, il vescovo entrò nella grotta e vi scoprì un altare e una croce di cristallo, come annunciato dall’arcangelo Michele. Venne così eretta una chiesa all’entrata della caverna. Infine, nel 1656 l’arcangelo Michele apparve nuovamente nel corso di una pestilenza e suggerì all’arcivescovo si usare i sassi della grotta per guarire gli ammalati. E la peste cessò.

www.santuariosanmichele.it