Puglia, Lecce

Basilica di Santa Croce

La chiesa, costruita insieme al convento fra il XVI e il XVII secolo per volontà dei Padri Celestini, costituisce l’esempio più alto di barocco leccese. 

La facciata, cinquecentesca nella parte inferiore e secentesca in quella superiore, costituisce, insieme al contiguo monastero, un complesso architettonico straordinario, l’espressione più grandiosa dell’architettura barocca pugliese. Il prospetto si presenta fastoso: la parte inferiore della facciata, scandita da colonne a fusto liscio, è opera di Gabriele Riccardi, il protiro a colonne binate e i portali laterali si devono a Francesco Antonio Zimbalo, mentre la parte alta del prospetto è di Cesare Penna. La fastosità dei motivi decorativi si concentra soprattutto nella parte alta, dove si può ammirare lo splendido rosone, considerato dalla tradizione l’Occhio di Dio e il simbolo della città, con la balconata sostenuta da telamoni, draghi, grifi e leoni, mentre la balaustra è animata da putti che abbracciano i simboli del potere temporale e spirituale.
L’interno, a croce latina, era in origine a cinque navate, due delle quali vennero accorpate nelle cappelle laterali aggiunte nel XVIII secolo; l’interno, realizzato su disegno di Gabriele Riccardi, è l’esito dell’unione di linee classiche e di decorazioni barocche, come quelle degli elaborati capitelli. Nella chiesa sono presenti 17 altari molto ricchi, tra cui spiccano l’altare maggiore, incorniciato dal portale decorato, sormontato dallo stemma della famiglia Adorni che aveva le sue tombe nella basilica, e l’altare di San Francesco da Paola, un pezzo scultoreo barocco di particolare pregio. A sinistra dell’altare maggiore sorge il monumento funebre a Mauro Leopardo, abate del Convento dei Celestini. Da notare poi il soffitto ligneo, l’originale disegno geometrico della cupola, i dodici bassorilievi che portano la firma di Francesco Antonio Zimbalo e illustrano gli episodi della vita del santo, e la Cappella della Croce, opera di Cesare Penna.

Curiosità

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